Le mutazioni germinali in BRCA sono associate a un maggior rischio di coinvolgimento linfonodale, metastasi distanti e esiti di sopravvivenza sfavorevoli nel cancro alla prostata


È stato condotto uno studio per analizzare le caratteristiche clinicopatologiche basali dei tumori prostatici con mutazioni germinali di BRCA1 e BRCA2 ( BRCA1/2 ), e il valore prognostico di tali mutazioni sugli esiti del carcinoma prostatico.

Lo studio ha analizzato caratteristiche del tumore e gli esiti di 2019 pazienti con carcinoma prostatico ( 18 portatori di mutazioni in BRCA1, 61 in BRCA2 e 1940 non-portatori di mutazioni ).

Il metodo di Kaplan-Meier e l’analisi di regressione di Cox sono stati utilizzati per valutare l’associazione tra status di BRCA1/2 e altri fattori prognostici del tumore alla prostata con sopravvivenza generale, sopravvivenza generale causa-specifica, sopravvivenza generale causa-specifica nel carcinoma prostatico localizzato, sopravvivenza libera da metastasi e sopravvivenza generale causa-specifica con metastasi.

I carcinomi della prostata con mutazioni germinali in BRCA1/2 sono risultati più frequentemente associati al grado di Gleason uguale o superiore a 8 ( P=0.00003 ), stadio T3/T4 ( P=0.003 ), coinvolgimento linfonodale ( P=0.00005 ) e metastasi alla diagnosi ( P=0.005 ) rispetto alla malattia senza mutazioni.

La sopravvivenza generale causa-specifica è risultata significativamente più lunga nei non-portatori che nei portatori di tali mutazioni ( 15.7 vs 8.6 anni, analisi a variabili multiple P=0.015; hazard ratio, HR =1.8 ).

Per il carcinoma alla prostata localizzato, la sopravvivenza generale causa-specifica e la sopravvivenza libera da metastasi a 5 anni sono risultate significativamente più alte nei non-portatori ( 96% vs 82%; analisi a variabili multiple P=0.01; HR=2.6%; e 93% vs 77%; analisi a variabili multiple P=0.009; HR=2.7, rispettivamente ).

Analisi di sottogruppo hanno confermato gli esiti non-favorevoli nei pazienti con mutazioni in BRCA2, mentre il ruolo di BRCA1 non è risultato ben definito a causa di limitazioni nella dimensione e nel follow-up di questo sottogruppo.

In conclusione, questi risultati hanno confermato che mutazioni in BRCA1/2 conferiscono un fenotipo più aggressivo al carcinoma prostatico con una più elevata probabilità di coinvolgimento linfonodale e metastasi a distanza.
Le mutazioni in BRCA sono associate a esiti di sopravvivenza sfavorevoli, e ciò dovrebbe essere preso in considerazione per personalizzare la gestione clinica di questi pazienti. ( Xagena2013 )

Castro E et al, J Clin Oncol 2013; 31: 1748-1757

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